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Ogni buon gioco è un insieme di gameplay, ambientazioni e storia. Volevo che Astralis fosse unico, esteticamente piacevole e che offrisse un’esperienza intrigante, col giusto grado di distopia. Appena coinvolto sul progetto mi sono messo al lavoro sulla backstory partendo dalla domanda: per quale motivo abbiamo delle astronavi che combattono nello spazio?

Istintivamente mi sono risposto: “Perché gli scontri spaziali sono belli!”. Ovviamente il solo amore per i conflitti siderali non mi avrebbe aiutato a creare un’ambientazione. Ripartendo quindi dall’idea base del Game Designer Marco (gruppi di mercenari che si fronteggiano nello spazio) ho deciso che avrei tratto ispirazione dalla nostra guerra fredda per mettere in atto uno scenario simile. Ecco il risultato.

Due superpotenza galattiche sono in attrito. L’esistenza di armi di distruzione di massa in scala stellare rende troppo rischioso un conflitto diretto tradizionale e così la lotta per la supremazia si sposta ai margini della galassia dove navi scelte duellano sotto copertura per il controllo di un rarissimo minerale, il Lumen. La preziosa risorsa serve per facilitare le reazioni materia-antimateria alla base della produzione di energia. Chi controlla l’energia, controlla l’universo. Gli scontri nei settori periferici vengono infine scoperti portando ad un inasprimento delle posizioni. Per impedire il vicendevole annichilimento viene firmato in extremis un armistizio che assicura un settore ad ogni superpotenza mentre bandisce la presenza di navi dalle altre zone di estrazione per il minerale. Per questo motivo le zone di estrazione del minerale vengono anche chiamate settori dimenticati e sono territorio ambitissimo per bande di contrabbandieri anarchici e mercenari assoldati dalle superpotenze, i Forgotten Fighters.

Su questo scenario da guerra fredda si innestano i personaggi. Veterani della guerra, pirati spaziali, alieni che si nutrono del minerale, sono i veri protagonisti del nostro MOBA style “Astralis – Forgotten Fighters”.